Stemma del Comune
Nel 1930, i Comuni che non possedevano già uno stemma e un gonfalone propri, furono invitati a produrli. Si vede che il Comune di Barano aveva usufruito, fino a quel tempo, dello stemma dello Stato, se fu diffidato dalla Consulta Araldica a smettere di usarlo e a trovarne uno che facesse al caso suo. L’amministrazione di Barano, il nove maggio deliberò di incaricare il Professor Angelo Di Meglio, pittore di questo Comune, perché, riportandosi alla storia, alle ricchezze ed alle bellezze del Comune, creasse lo stemma e il gonfalone del Comune. Il pittore Angelo Di Meglio si mise all’opera, e il 22 dello stesso mese presentò il suo bozzetto, nel quale incarnò “un’idea storica rispondente agli antichi ricordi di questo paese, alle sue bellezze, alle sue ricchezze, ha la sua produzione”. Esso viene così descritto: “il verde inferiore simboleggia le campagne; la vendemmiatrice romana, mollemente adagiata al suolo, recante sulla spalla un tralcio di uva bianca e nera, e un anfora accanto, ricorda la produzione locale; e i due putti versanti acqua da una conchiglia in una vasca, ricordano un bassorilievo di quelli rinvenuti a Nitrodi; infine, il paesaggio montano ricorda il territorio. Negli anni cinquanta, non riuscendosi a reperire tale bozzetto negli archivi comunali e trovato che la Consulta Araldica l’aveva rigettato, perché troppo complesso, il vicesindaco dell’epoca, Giovanni Jannelli, realizzò quello attuale, rifacendosi all’idea espressa da suo zio Angelo. Esso è costituito da due donne che versano acqua da una conchiglia.
Tratto da “Barano d’Ischia, storia” di G.G Cervera e A. Di Lustro, 1988, pagina 8.

Stemma del Comune
Ultimo aggiornamento
8 Novembre 2022, 12:46